Slanci iperuranici
(Da "Vivo Serramazzoni" n°170
del 21 settembre 2005)
Ho incontrato Luigi Lorenzi un pomeriggio
uggioso di inizio settembre. Ed è stata un' esperienza
dai due volti: se nel suo pensiero ho potuto rileggere
taluni dialoghi platonici, nelle sua evoluzione artistica,
di forte stampo esistenzialistico, ho ritrovato un percorso
nel quale mi sono rispecchiato e riconosciuto appieno.
Del discepolo di Socrate ho udito, predisponendomi
all' ascolto del suo pensiero, gli echi di uno slancio
irresistibile verso quelle Idee che narrano dell' essere
in sè, che si qualificano come criteri di valore
e che, soprattutto, diventano logoi, ovvero cause finali,
fini, ragion d' essere delle cose naturali. Del sentire
esistenzialistico ho invece colto la brama heideggeriana
della ricerca di un vivere autentico, slacciato da ogni
conformismo e dalla insopportabile tensione massificata
verso le convenzioni di un pragmatismo divenuto Dio unico
e assoluto.
Una ricerca che lascia le sue tracce
nelle sculture dedicate al Tempo, tutte espressioni di
una durée bergsoniana la cui cifra è la
crescita, l' evoluzione, lo sviluppo, l' accesso a nuovi
stadi della esistenza.
Le sculture e i disegni di Lorenzi mi
hanno sorpreso per la loro intima armonia che si fa spesso
sintesi di una simmetria in cui ragione ed emozione, logos
e pathos, diventano un tutt' uno teso verticalmente a
quel mondo ideale iperuranico di cui si è detto.
Morfogenesi
ideale
(Da "Vivo Pavullo" n°288
del 14 maggio 2008) Intervista di Daniele Bondi a Luigi
Lorenzi.
db-Anzitutto
complimenti: essere chiamati ad esporre nella importante
Galleria d' Arte Moderna di Palazzo Ducale, non è
cosa da poco...
ll-"Sono ovviamente
molto gratificato per questa opportunità. E' stato
bello scoprire come un numero significativo di miei lavori
abbia potuto vivere e occupare questi spazi importanti."
db-Come è
esplosa dentro di te l' esigenza di ricercare delle forme
ideali elette, sul modello platonico?
ll-"Già
all' inizio pensai che se volevo dare al mio lavoro un'
impronta personale, ovviamente dovevo sviluppare forme
elaborate dalla mia mente, e che la strada maestra da
percorrere era la semplificazione delle linee per una
sintesi espressiva; poi non so se è andata verso
un modello platonico come tu dici."
db-In che misura
il passaggio dalle forme chiuse a quelle aperte è
correlato a una parallela evoluzione della tua vita?
ll-"Non penso
che al passaggio dalle forme chiuse a quelle aperte sia
corrisposto parallelamente una evoluzione della mia vita
personale. Piuttosto trovo naturale che a un' indagine
sulla solitudine, il raccoglimento e la meditazione ne
possa corrispondere un' altra verso l' esterno "all'aperto",
che non a caso poi si svilupperà nei dialoghi."
db-L' esecuzione
di disegni e acquerelli in vista delle sculture, è
solo una necessità tecnico-preparatoria, tutta
inglobata nella fase progettuale, o è anch'essa
parte integrante di un gesto artistico complessivo e indivisibile?
ll-"Il disegno
per me è prevalentemente una via preparatoria,
che mi permette di vedere un' anteprima della scultura
che seguirà. Ciò non toglie, però,
che in alcuni casi esso può anche avere delle peculiarità
tali da imporsi come gesto artistico."
db-Metronomi,
pendoli, sagome temporali tutte espresse in forme molto
precise, eleganti, raffinate: l' inesorabilità
della finitudine umana ha anche un risvolto non tragico?
ll-"Lavorando
al tema del tempo, volutamente alterno il pendolo, simbolo
dell' inesorabile fine fisica dell' uomo, al metronomo,
simbolo della musica, elemento piacevole che può
proiettare verso una dimensione spirituale. In altre parole,
il metronomo è un pendolo rovesciato, cioè
l' altra faccia della medaglia. E non a caso la fase successiva
della mia ricerca, cioè l' astrazione, rappresenta
la mente (intesa come spirito), quindi una speranza d'
immortalità."
db-Nel complesso
sembra abbastanza palese che la tua arte sia eminentemente
concettuale, cioè sviluppata anzitutto a livello
del pensiero categoriale. Tuttavia, poichè la percezione,
la dimensione della sensibilità, il rapporto primigenio
con la realtà è solitamente di fondamentale
importanza per gli artisti, il cui sforzo è quasi
sempre incentrato sul dar voce al movimento manifestativo
delle cose, quale rapporto esiste fra il tuo fare artistico
e il tuo interagire con la realtà, fra le tue opere
e l' Essere di cui fai esperienza quotidiana?
ll-"Il mio
pensiero attinge e affonda nella realtà, solo la
trasforma e la trasfigura, (non a caso i titoli delle
sculture sono del parlare comune, es: "bacio",
"abbraccio", "desiderio rapace") ma
cerco nella mia ricerca un modo per "elevare"
una quotidianità e una realtà che a volte
non mi coinvolge e non mi piace."
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