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Lorenzi si mostra scultore sicuro e professionalmente
attrezzato proprio nella qualità
della definizione formale, cioè nella
capacità di una sintesi che abbandona
qualsiasi intento didascalico, descrittivo
o narrativo, per imporsi nello spazio come
forma che semplicemente racconta se stessa,
compiuta e, dunque, senza più neccessità
di referenze o riferimenti esplicativi:
energia raffinata che si fa movimento plastico,
danza lieve della materia, che un alito
leggero sembra muovere, conferendo al gesto
un' espressività comparabile al tendersi
di linee essenziali del corpo, innervarsi
di un' energia intima, morale, spirituale,
che si restituisce alla vita e alla ricerca
della forma come armonia e continuità
tra interno ed esterno, anima dell' uomo
e anima del mondo, anima e corpo, entrambi
liberati da qualsiasi predeterminazione
sensoriale o dogmatica della visione, e
resi gesto puro, misura plastica, emozione
dello spazio e del tempo della vita - ma
già fuori storia - ormai nella dimensione
rarefatta della contemplazione poetica e
della pura intuizione lirica.
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